Nei secoli passati il contadino brontese era praticamente privo di terre fertili, tutte appartenenti ai latifondisti, e perciò si ingegnò a trarre profitto dagli aridi e desolati terreni lavici, sui quali cresceva spontanea solo una pianta, il terebinto, un pistacchio selvatico dotato di radici profonde e molto resistente alla siccità.
Il frutto è una drupa che contiene al suo interno il seme di cui ci nutriamo, protetto da un tegumento violaceo e da un legnoso endocarpo (il guscio).
Il seme di pistacchio viene consumato come frutta secca e trova largo impiego in pasticceria, in gelateria, ma anche in norcineria (per esempio come aromatizzante della mortadella).
A questo proposito le nonne Pina & Enza vi regalano la ricetta del gelato fatto in casa!
Ai buongustai … buon lavoro!!
2 uova
PREPARAZIONE
Scaldate il latte senza farlo bollire, quindi lasciatelo raffreddare.
Mescolate a lungo lo zucchero con le uova fino a ottenere una crema soffice; diluitela con il latte e fate cuocere su fiamma bassa il composto ottenuto. Levate dal fuoco appena accenna il bollore e lasciate raffreddare.
Togliete il guscio ai pistacchi e tuffateli per pochi minuti in acqua bollente leggermente salata per togliere la pellicina; lasciateli asciugare e pestateli nel mortaio, in modo che ne risulti una pasta omogenea. Mettete i pistacchi in una terrina, unitevi la miscela di latte e uova e mescolate.
Montate a parte la panna e incorporatela al composto, mescolando con delicatezza dal basso verso l’alto.
Se siete provvisti di gelatiera, versatevi il composto e azionatela per circa 30 minuti; altrimenti ponetelo in una vaschetta d’acciaio precedentemente raffreddata, mettetela nel freezer e mescolate con una forchetta ogni 30 minuti, fino a che il gelato non avrà raggiunto la giusta consistenza.
Nessun commento:
Posta un commento