venerdì 9 luglio 2010

ETNA da vivere: passato, presente e…dintorni.

Vivere nel catanese o semplicemente andarci per le vacanze ha qualcosa di veramente suggestivo ed emozionante, io proverò semplicemente a descriverlo: l’Etna.

All’apparenza un’immensa montagna scura, spesso dalla punta bianca, l’Etna è un vulcano attivo e fortunatamente si può considerare un “gigante buono”; sì perché è un vulcano prevalentemente di tipo effusivo, cioè il chimismo del suo magma è basico, tale da non creare pericolose attività esplosive, ma periodiche degassazioni e conseguenti emissioni di polveri, ceneri, lapilli e bombe, e getti di scorie “a fontana”; da non dimenticare i frequenti tremori causati dal “gigante buono”.

L’emissione di lava dai suoi quattro crateri principali, Bocca Nuova, Voragine, Cratere di Nord-Est e Cratere di Sud-Est, viene tenuta costantemente sotto controllo e, quando necessario, la lava viene aiutata a incanalarsi nella cosiddetta “Valle del Bove”, un gigantesco vallone che si apre sul fianco orientale del vulcano.

Un pò di storia…

Certamente nei secoli le opere di distruzione dell’avanzata della lava sono state numerosissime e, per conoscere la nascita dell’Etna e capire cos’è la Valle del Bove, bisogna andare indietro di 700.000 anni (Pleistocene) quando, per la situazione geologica di collisione dell’altopiano ibleo, dell’appennino maghrebide e dell’arco calabro-peloritano, incominciarono le prime attività eruttive degli apparati peri-etnei.

Queste diedero origine ai vari successivi edifici vulcanici, Calanna, Trifoglietto, Vavalaci e Belvedere, resti dei quali affiorano tutt’oggi nella Valle del Bove, caldera formatasi dallo sprofondamento dell’edificio esistente fino a quel momento; dopo il collasso, 30000 anni fa circa, un pò più ad ovest dei precedenti edifici, iniziarono a formarsi il Mongibello antico e infine il Mongibello recente, meglio conosciuto come Etna.

Oggi…

Vivere ai piedi e lungo i fianchi dell’Etna può essere preoccupante e a volte pericoloso, ma credo che chiunque si fermi a guardarlo rimanga sempre stupefatto dalla sua maestosità e dalla potenza e bellezza della Natura.

Chiaramente per poter apprezzare la meraviglia del vulcano più grande d’Europa consiglio a tutti di fare una bella escursione nel Parco dell’Etna (http://www.parcoetna.it/), dove vedrete come la lava nera, il “basalto”dell’Etna, si è fatta strada tra flora e fauna, miracolosamente rimaste incolumi alle colate laviche, e anche come la natura sia rinata dalla distruzione.

Inoltre, previa informazione sulle attività in corso (http://www.ct.ingv.it/), per i più coraggiosi consiglio un’affascinante passeggiata panoramica in compagnia di guide esperte ai Crateri centrali (quota 3300 m circa), per raggiungere i quali dovrete fare una breve scarpinata, dopo essere arrivati con la funivia e i mezzi 4x4 a quota 2900 m (http://www.guidetnanord.com/it/index.asp) .

Durante la risalita vi accorgerete come la vegetazione scompaia, lasciando spazio a lava e ceneri, (qualcuno dirà che sembra di essere sulla Luna) e, se sarete fortunati di trovare un bel cielo limpido ad alte quote, ammirerete un panorama stupendo di Sicilia, Calabria e isole minori.

I resti e la storia di eruzioni di migliaia di anni si ritrovano in tutto il territorio catanese e la costa è ricca di testimonianze di lave di eruzioni totalmente differenti e distanti nei secoli, da quelle sottomarine a quelle intrusive. Proprio a chi non conoscesse la zona consiglio di andare ad ammirare le bellezze del comune di Aci Castello e, della sua frazione, Aci Trezza.

Aci Castello è conosciuto per il suo castello fortificato, fin dai tempi dei Romani, su una rupe costituita da diversi tipi di lava, da una più antica, la “lava a cuscini” o pillow-lava, riconoscibile per la sua forma rotondeggiante, originatasi in ambiente sottomarino e con una tipica struttura globulare, da brecce ialoclastitiche (materiale vulcanico vetroso frammentario) e da una colata superficiale più recente del 122 A.C., quando tutta la regione era già sicuramente emersa.

Succedutosi alle varie dominazioni, oggi il castello è sede di un piccolo Museo Civico con un'interessante raccolta di minerali e reperti archeologici ed ha un singolare belvedere da cui si può godere il panorama dei Faraglioni dei Ciclopi e dell’Isola Lachea.

Proprio di fronte l’antico borgo marinaro di Aci Trezza, dove lo scrittore Giovanni Verga ambientò il romanzo "I Malavoglia", affiorano queste isolette, miticamente interpretate come i massi lanciati da Polifemo contro la nave di Ulisse (Nessuno), che oggi fanno parte della Riserva Naturale Integrale “Isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi” (http://www.cutganambiente.it/Lachea/index.htm).

In realtà queste isole sono resti di rocce sedimentarie argillose del Pleistocene medio, attraversate da masse magmatiche intrusive di età più recente delle argille.

I magmi intrusivi affiorano anche lungo il porto di Aci Trezza e hanno una caratteristica struttura prismatica-colonnare. Queste colonne, dette anche “a canne d’organo”, si sono originate dalla lenta contrazione di massa lavica durante il raffreddamento all’interno della crosta terrestre.

Visitare queste coste, bagnandosi nelle splendide acque del suo mare, è qualcosa di spettacolare, un viaggio dal mare alla montagna che resta nel cuore dei siciliani e di tutti i suoi turisti!!


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